Catalogo

Lika

20,00 

Quinta e ultima parte de La Vita Di Arsen’ev, Lika fu pubblicato da Bunin autonomamente nel 1939, con un titolo che non rinvia in maniera diretta al grande romanzo dai forti toni autobiografici del primo Premio Nobel russo. In Lika il tema è quello dell’amore irregolare e tormentato, ambientato nelle atmosfere crepuscolari della Russia di fine Ottocento, fra Arsen’ev alle prese con i germogli della sua esperienza letteraria e la fascinosa e irrequieta Lika. La vicenda è ispirata alla tormentata relazione giovanile con Varvara Pashchenko, conosciuta da Bunin quando era vicedirettore di un giornale di provincia. Il dato biografico viene, tuttavia, sublimato, nella strenua ricerca dello stile, nell’evocazione di atmosfere, immagini, suoni, paesaggi. Bunin, esule a Grasse, in Costa Azzurra, trasferisce nella prosa la sua vocazione poetica, l’identità aristocratica smarrita nella realtà dell’esilio e ancor prima della decadenza familiare. Così, tutto in Lika è incanto, sublimazione estetica ma, soprattutto, meditazione esistenziale. Andrea Tarabbia, traduttore di questa prima edizione italiana, nota: «la vita di Bunin fu un succedersi di crolli, di mondi che muoiono. Ecco, poiché tutto è transeunte, poiché tutto può essere spazzato via in un soffio, tutto va osser­vato a lungo e fissato per sempre sulla pagina». La presente edizione è arricchita da una selezione di poesie, tradotte da Alessandro Niero, con testo russo a fronte che rendono ragione della famosa affermazione di Bunin: «io prima di tutto sono un poeta. Un poeta! E solo dopo un prosatore…».


Traduzione e prefazione di Andrea Tarabbia

Seguito da Quattordici Poesie tradotte da Alessandro Niero

Pagine: 224


 

COD: 9791281674349 Categorie: , Tag: , , , , ,

Ivan Bunin

Nato a Voronež nel 1870, esordì come poeta. Dopo aver pubblicato diverse raccolte poetiche e di racconti, fu insignito nel 1903 del premio Puškin. In seguito alla rivoluzione bolscevica abbandonerà Mosca per trasferirsi definitivamente a Parigi nel 1919, dove diventa un rappresentante di spicco della letteratura dell’emigrazione. Nel 1933 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura. Fino alla sua morte, nel 1953, Bunin non tornò mai più in patria, e solo con la destalinizzazione le sue opere del periodo rivoluzionario vennero ripubblicate in Russia a partire dal 1955.

Descrizione

«Tutto vola, va veloce, e allo stesso tempo sembra fermo, in attesa: in lontananza, la squamosa cro­sta di neve luccica, argentea e immobile, sotto la luna ferma, bassa, intorbidita dal gelo, circondata da un malinconico anello di nebbia che l’avvolge di mistero. E soprattutto sono fermo io – come cristallizzato nel galoppo e nell’immobilità, in balia di essa, intorpidito e in attesa e, allo stesso tempo, nel silenzio, come rapito da un ricordo: è una notte come questa, lo stesso tragitto verso Vasil’evskoe, solo che questo è il mio primo in­verno a Baturino, e io sono ancora puro, innocente, felice – ho addosso la gioia della prima giovinezza, i primi rapimenti poeti­ci sugli antichi volumi portati da Vasil’evskoe, le loro stanze, le epistole, le elegie, le ballate.

 

Ma a chi e in che modo potrai raccontare
ciò che ti chiama e che ricolma il cuore?
– Lungo è il cammino, la remota steppa tace,
triste è la notte, al pari dei miei sogni…»

EDIZIONI MEDHELAN

Via Aristide De Togni, 7 - 20123 Milano info@edizionimedhelan.it