Descrizione
«Tutto vola, va veloce, e allo stesso tempo sembra fermo, in attesa: in lontananza, la squamosa crosta di neve luccica, argentea e immobile, sotto la luna ferma, bassa, intorbidita dal gelo, circondata da un malinconico anello di nebbia che l’avvolge di mistero. E soprattutto sono fermo io – come cristallizzato nel galoppo e nell’immobilità, in balia di essa, intorpidito e in attesa e, allo stesso tempo, nel silenzio, come rapito da un ricordo: è una notte come questa, lo stesso tragitto verso Vasil’evskoe, solo che questo è il mio primo inverno a Baturino, e io sono ancora puro, innocente, felice – ho addosso la gioia della prima giovinezza, i primi rapimenti poetici sugli antichi volumi portati da Vasil’evskoe, le loro stanze, le epistole, le elegie, le ballate.
Ma a chi e in che modo potrai raccontare
ciò che ti chiama e che ricolma il cuore?
– Lungo è il cammino, la remota steppa tace,
triste è la notte, al pari dei miei sogni…»



