I due stendardi
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Ventenne, lionese, un’educazione cattolica combattuta a colpi di Nietzsche e di Wagner, intelligente, ardente e senza soldi Michel sbarca negli anni Venti nella capitale per finire i suoi studi. Scopre Parigi, musica, pittura, teatro, letteratura, scopre il piacere. C’è di che inebriarsi, ma il destino ha in serbo per lui una sorpresa.
Il suo amico Régis, che da Lione non se n’è andato, gli fa sapere che vuole farsi prete, gesuita addirittura, e contemporaneamente che ama una ragazza, Anne-Marie.
Quando lui entrerà in seminario, lei comincerà il suo noviziato in un ordine femminile. L’evocazione dell’amore mistico e puro, ma bruciante, che li unisce, scuote così profondamente Michel da farlo a sua volta innamorare di Anne-Marie, nel frattempo incontrata.
C’è un solo mezzo per poterle restare accanto, pensa, e consiste nell’essere anche egli partecipe dell’avventura spirituale che la coppia ha intrapreso. Vorrebbe e dovrebbe convertirsi, Michel, ma è più forte di lui, e non ci riesce. Non riesce però nemmeno a dichiararsi quando Anne-Marie rompe con Régis, che troppo facilmente ha accettato di piegarsi a un ordine puramente esteriore che impone fra loro la separazione, e per questo giudicato da lei un traditore. Adesso sono Michel e Anne-Marie gli amici inseparabili e, finalmente, terminano uno nelle braccia dell’altra, ma se il primo è un essere a cui la terra è sufficiente, la seconda è una di quelle creature che si perdono quando hanno perduto il loro Dio. Dopo un’incredibile viaggio in Italia e in Turchia all’insegna dell’erotismo e della complicità sessuale, dove però le lettere di Régis seminano dubbi e rimorsi nel cuore di Anne-Marie, tutto di nuovo precipita e Anne-Marie rompe con Michel. Pur se non ha più la fede, resta in lei la nostalgia per qualcosa che non è umano, ma divino, come una droga di cui non si può fare a meno. Per amore Michel ne prende atto, ma è con Régis che si giocherà l’ultimo atto…
Introduzione e traduzione di Marco Settimini
Pagine: 776 vol. I – 784 vol. II
Lucien Rebatet (1903 – 1972) è stato uno scrittore, giornalista e critico francese. La sua carriera comincia nel 1929, quando, dopo aver lasciato gli studi di diritto, diviene critico musicale presso il giornale l’”Action française”. Di vocazione fascista, durante l’occupazione nazista della Francia lavora in radio e il suo Les Décombres (Le macerie) raggiunge uno straordinario successo, con una tiratura di 65 mila copie. A seguito del crollo del regime dittatoriale viene condannato ai lavori forzati in quanto collaborazionista. Liberato nel 1952, riprende l’attività di giornalista e scrittore, pubblicando opere come Les Epis Murs e Une histoire de la musique. Medhelan ha pubblicato il suo capolavoro letterario I due stendardi.