Catalogo

Segni d’amaro approdo

30,00 

La poesia (non solo quella di Perse) non chiede di essere compresa con la mente sola, ma di essere “compresa”, nella sua incerta totalità, usando la rete a strascico di intuizione, divinazione dei suoni, immaginazione, cultura e, certo, di intelligenza. Poeta “atlantico”, com’egli si sentiva, nativo che era di un’isola della Guadalupa, Perse non voleva che ci si accostasse alla sua poesia obbedendo a una “tendenza razionalistica”; ma dell’intelligenza (che è, letteralmente, un legger “dentro” o “fra” le linee del testo) abbiamo bisogno; e se lui si è voluto assimilare all’Oscuro (l’Eraclito che è adombrato in Amers), dobbiamo riconoscergli che anche lui ha abitato lo splendore, fosse pure lo splendido buio di una insanabile e avida crepa. La grandiosità del sentire e dell’oggetto del sentire, correlata con la magnificenza dell’essere, è controbilanciata dal polverume di cose minutissime e dalla fangaia e poltiglia del mondo, cioè dall’infimo che fa tutt’uno con quella magnificenza.

(dall’introduzione di Nicola Muschitiello)


Traduzione di Nicola Muschitiello
Pagine: 404

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Saint-John Perse

Pseudonimo del poeta francese Alexis Saint-Léger Léger (Saint-Léger-les-Feuilles, Guadalupa, 1887 - Giens, Varo, 1975), noto anche, in diplomazia, col nome di Alexis Léger. Discendente da coloni francesi trapiantati nelle Antille dal sec. 17º, completò gli studî a Pau e a Bordeaux dove scrisse le prime poesie ispirate al paesaggio esotico dell'isola natale (Éloges, 1911). Nel 1905 conobbe P. Claudel che lo orientò verso la carriera diplomatica; capo di gabinetto sotto il ministro A. Briand (1925-31), ne condivise il progetto di una federazione europea; segretario generale del ministero degli Affari esteri (1933), stretto collaboratore di G. Bonnet, partecipò al convegno di Monaco (1938). Destituito dal governo di Vichy per la sua ostilità al nazismo, andò esule negli USA (1941-57), dedicandosi ai viaggi e all'attività letteraria, dopo che, per tutta la sua carriera diplomatica, si era volutamente astenuto da ogni pubblicazione. A grande distanza dal suo primo poema epico, Anabase (1924; una trad. parziale ne fornì G. Ungaretti nel 1931), uscirono così, in rapida successione, il poema Exil (1942), dedicato al poeta A. Mac-Leish, Poème a l'étrangère (1943), Pluies (1944), Neiges (1944), Vents (1946), la sua opera più significativa. Seguirono poi Amers (1957), Chronique (1960), Oiseaux (1963), Chanté pour celle qui fut là (1969). Dopo le Oeuvres complètes (1972) apparve ancora Chant pour un équinoxe (1975). Spirito enciclopedico, nella sua poesia che, attraverso l'uso del versetto, recupera la suggestione del linguaggio biblico, S.-J. P. si avvale di un lessico preciso e a volte raro per celebrare in una prosodia solenne, capace di elevarsi all'epopea, i valori della civiltà e le conquiste dell'uomo. Nel 1960 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.

Descrizione

 

Noi che attraversiamo il mare sul nostro letto, senza remi o alberatura, noi sappiamo, e che non ha fine, il corso delle cose reversibili. Amore e mare e vie di mare…

(Saint-John Perse)

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