Storia culturale dell’Antichità
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Opera dimenticata dello storico tedesco Walter Otto (1878-1941), omonimo del più noto studioso di religione antica, apparsa per la prima volta nel 1925 e ancora inedita in Italia, Storia culturale dell’antichità è un grande affresco delle civiltà del passato. Dall’antico Egitto alla Mespotamia, passando per la cultura iranica e per quelle dell’Egeo, fino ad approdare all’epoca alessandrina e all’egemonia romana, Otto racconta gli alterni sviluppi del mondo antico. «Espressione di un’epoca in cui era ancora possibile allo sforzo di un singolo dominare l’intera materia», secondo la felice definizione di Luciano Canfora, l’opera di Otto si distingue per i suoi molteplici elementi di modernità, per l’approccio multidisciplinare, per quello sguardo di sintesi rivolto alle culture dell’antichità, corroborato tuttavia da minuziose e approfondite analisi. Compito della storia culturale è per l’autore «è quindi quello di chiarire, sulla base delle grandi realizzazioni compiute da un popolo il suo spirito, il suo sviluppo, le diverse forme in cui si esprime e, di conseguenza, la sua essenza, per quanto questo compito possa essere molto più difficile dell’esplorazione dell’anima individuale e spesso risolvibile solo in parte». Per portarlo a termine lo storico deve abbracciare tutti gli ambiti possibili: «la terra e le persone, le imprese compiute da queste, lo Stato e la Chiesa, la società, l’economia e la tecnica, così come i costumi e il diritto, la filosofia e la religione, la scienza, la letteratura e l’arte». Una ricerca che adempie al motto che Otto amava ripetere al suo allievo Santo Mazzarino: ἐκ μέρους μανθάνομεν, «impariamo dai dettagli». Seguendo i flussi e i riflussi della cultura, Otto attraversa i millenni della storia antica con uno sguardo puntato alla civiltà moderna, ai suoi miraggi di progresso lineare o di inevitabile declino. E ci racconta quanto le molteplici antiche radici europee abbiano contribuito a plasmare la nostra idea di cultura. Un viaggio affascinante e vivido che anticipa numerose acquisizioni della ricerca storica, dimostra le chiare osmosi fra le culture antiche, i loro limiti, le loro grandi conquiste. Storia culturale dell’antichità è un capolavoro nascosto della narrazione storica, la cui profondità e utilità restano ancora efficaci a distanza di un secolo sia per il lettore appassionato che per lo studioso.
Traduzione di Roberta Scarabelli
Pagine: 232
(1878-1941), filologo e storico dell’antichità, fu professore di Storia Antica a Monaco dal 1918 al 1941. Impegnato politicamente a ridosso della fine della Prima guerra mondiale, si ritirò dalla politica nel 1931. Direttore del centro di studi papirologici di Monaco, grande esperto di Egitto ellenistico, fu una delle più fulgide figure degli studi storici della prima metà del Novecento, maestro, tra l’altro di studiosi del calibro di Hermann Bengtson e Santo Mazzarino.