• Nadežda Mandel’štam

    Nadežda Jakovlevna Mandel'štam (1899-1980), nata Khazina, é stata una scrittrice russa, figlia di una famiglia benestante di origini ebree convertita al cristianesimo ortodosso. Il padre era il famoso avvocato Iakov Arkad'evich Khazin e la madre, Vera Iakovlevna Khazina, fu tra le prime donne medico in Russia. Dal 1922 fu moglie del poeta Osip Ėmil'evič Mandel'štam (1891–1938), incontrato due anni prima in un night club a Kiev. Assieme a lui fu vittima delle Grandi purghe staliniane. Condivise con marito la vita precaria e continuamente minacciata, e gli è stata vicino nei luoghi di confino, dall'arresto fino alla morte nel Gulag (1938). Gran parte delle poesie del marito si sono salvate perché Nadežda, quando andava a fargli vista, se le imparava a memoria e le trascriveva una volta tornata a casa. Gli è sopravvissuta per oltre quarant'anni, costretta all'esilio dall'Unione Sovietica tra il 1938 e il 1958. Ha consacrato la sua vita alla conservazione dell'opera e della memoria del poeta e adoperandosi per la sua riabilitazione. Anche con questi intenti scrisse le Memorie, di notevole interesse storico-letterario, pubblicate in russo tra il 1970 e il 1987 in tre volumi.

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