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L’avvenire dura a lungo

30,00 

«Probabilmente ci si sorprenderà che io non mi rassegni al si­lenzio dopo l’atto commesso e il non luogo a procedere che l’ha sancito e di cui ho, secondo l’espressione corrente, beneficiato. Se però non avessi goduto di quel beneficio, sarei stato tenu­to a presentarmi al processo. E se mi fossi dovuto presentare, sarei stato costretto a rispondere. Questo libro è la risposta che, in quel caso, avrei dovuto dare». Con queste parole che aprono L’avvenire dura a lungo, testo che aveva dattilografato in prima persona e accuratamente preservato, progettandone la pubblicazione in vita, Louis Althusser sottolinea la questione essenziale della sua autobiografia: sollevare la «pietra tombale del silenzio» deposta su di lui dopo l’assassinio di sua moglie nel novembre del 1980. Questo documento, unico nel suo genere, e di un’intensità tragica eccezionale, è seguito da un primo abbozzo autobiografico, I fatti, scritto nel 1976. Nelle pagine che ripercorrono la sua vita, fra filosofia e impegno politico, Althusser affronta il difficile rapporto con la madre e con le donne, i suoi tradimenti, le contraddizioni, senza nascondere nulla dell’abisso dell’anima. Come nota Alberto Leiss nella prefazione alla presente edizione: «questo libro è anche una testimonian­za unica nel suo genere, che dice molto di un periodo storico straordinario: i primi anni ’60, il ’68, una stagione di invenzioni teoriche radicali, l’aprirsi di speranze rivoluzionarie, e poi gli opposti terrorismi, la reazione dei poteri statali, a Ovest e a Est, la disillusione profonda per l’esito catastrofico del tentativo di realizzare il socialismo e il comunismo in Unione Sovietica, e in tanti altri paesi. Althusser è un protagonista inquietante e geniale, che ha azzeccato il titolo della sua “confessione” (con tanto di riferi­menti a Rousseau e S. Agostino): il suo avvenire sta durando a lungo. Continua a essere pubblicato e studiato, approvato o criticato: ma soprattutto per le sue teorie politico-filosofiche. Il “lato oscuro” della sua vicenda umana resta in un certo modo rimosso».


Traduzione di Francesco Bruno

Prefazione di Alberto Leiss

Pagine: 440

Louis Althusser

(1918 – 1990) Filosofo strutturalista e marxista, fu autore di numerose opere fra cui Montesquieu, la politica e la storia (1959) e Leggere il Capitale (1965). Nel 1948 entrò a far parte del Partito Comunista Francese. Insegnò filosofia presso l’École Normale Supérieure di Parigi, dove ebbe fra i suoi studenti anche Jacques Derrida e Michel Foucault. I suoi studi dedicati al marxismo, alla teoria politica, alla scienza, hanno segnato gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Nel novembre del 1980 uccise sua moglie Hélène Rytmann-Legotien, ma non fu processato per infermità mentale. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in diverse cliniche psichiatriche scrivendo la propria autobiografia.

Descrizione

« È vero, ho amato Hélène con tutta l’anima, con tutta la mia fierezza esaltante, con quel dono totale di me che le consacravo senza riserve, ma come fare per uscire davvero dalla chiusa solitudine alla quale, senza dubbio con lapsus, riserve e pensieri riposti inconfessati, ero allora votato; come fare per rispondere alla sua angoscia quando, sul letto e altrove, lei mi ripeteva: dimmi qualcosa! ovvero dammi tutto ciò che serve per uscire infine dalla terribile angoscia di essere sola, e orrenda, eterna megera, senza amore possibile a misura del mio? Nessuno al mondo può rispondere alla domanda angoscian­te: dimmi qualcosa! quando questa frase vuol dire né più né meno che dammi tutto, concedimi infine di esistere! dammi di che colmare quest’angoscia di non esistere veramente nel tuo sguardo e nella tua vita, di non essere che una semplice occa­sione passeggera, di non bastare a costituire la tua integrità, in­taccata in amore per sempre!»

Louis Althusser

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