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La Brinquebale

32,00 

Brinquebaler in francese è il traballare, il barcollare, il passeggio dinoccolato di due amici per le vie della Parigi degli anni ’30 e le vicissitudini di due vite movimentate, intensamente vissute, segnate dalla guerra e, nel caso del dottor Destouches, dai tremendi anni del carcere e dell’esilio. La Brinquebale è insieme una raffinata, divertente e mai scontata opera letteraria del pittore e decoratore bretone Henri Mahé (suoi fra l’altro gli affreschi del Moulin Rouge e del Grand Rex), e una profonda, a tratti commovente, testimonianza sulla vita di Louis-Ferdinand Céline, attraverso le numerose lettere che negli anni segnarono il loro legame. Lettere e cartoline riprodotte nel corso della narrazione, ma anche testimonianze accorate di Céline raccolte in appendice all’opera. Come nota nella prefazione Massimo Raffaeli: «Mahé scrive in retrospettiva, quando il suo amico è morto da anni (il manoscritto reca infatti nell’expli­cit la data del biennio “1967-1968”) e la parola brinquebale iscritta nel titolo è talmente polisemica da essere, in sé, intra­ducibile perché corrisponde in contemporanea sia all’atto del sobbalzare, dello scuotere e dell’agitare sia a quello dell’andare a zonzo o del gironzolare senza mercé: è il vagabondaggio negli inferi della modernità che Walter Benjamin (filosofo di Parigi e dei suoi passages) aveva individuato nella poesia di Baudelai­re e nella paradossale procedura del flâneur, colui che conosce la città, e di riflesso il senso della sua stessa esistenza, soltanto frammentariamente e casualmente battendone i marciapiedi, assecondandone l’effetto di deriva. Mahé, prima che raccontare, o meno che mai giudicare Céli­ne, ne incorpora le parole, gli scritti e specialmente le lettere a lui indirizzate. Il tono non è tanto di apologia (c’è anche quella ma come fosse un gesto primordiale e integrale di accettazione dell’altro), quanto di testimonianza di una fedeltà mai smentita e di una esplicita complicità con il compagno di strada».


Traduzione di Michele Zaffarano e Marco Settimini

Prefazione di Massimo Raffaeli

Pagine: 560

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Henri Mahé

(1907-1975), pittore e artista poliedrico, eccentrico abitatore di battelli sulla Senna, il Malamoa e la chiatta Enez Glaz. Fu affrescatore di numerosi locali parigini, decoratore per il cinema, pittore e illustratore di libri, tra cui la prima edizione illustrata del Voyage céliniano. Amico di Louis-Ferdinand Céline (1894-1961) sin dagli anni ‘20, introdusse lo scrittore all’ambiente artistico parigino. Quando gli chiedevamo se il suo modo di parlare avesse influenzato Céline, il pittore rispondeva con queste parole, senza sbilanciarsi troppo: «Secondo alcuni avrei influenzato la sua lingua, ma se ho piantato un piccolo seme, era in un buon terreno, e il fiore è diventato un gigante rispetto al seme». Morì a New York nel 1975.

Descrizione

«Mio caro Henri,

Mi ha fatto davvero piacere vedervi tutti in buona salute, ma io sono messo troppo male per ricevere visite. Non mi reggo più in piedi. Non ho scherzato. Ho pagato per tutti, e molto più caro di quanto le mie forze e la mia età potessero permettere. E adesso: sipario! Definitivamente. Un abbraccio a tutti voi.

Louis-Ferdinand Céline

Se vuoi, pubblica pure le mie lettere, però dopo la mia morte, che non tarderà. …»

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