Catalogo

Crepuscolo rosso e il nuovo giorno

24,00 

Nell’estate del 1918 Paul Dukes, giovane insegnante d’inglese prima a Riga e poi a San Pietroburgo, al servizio del MI6 nella Russia zarista, viene incaricato di indagare sul nuovo regime nato dalla Rivoluzione d’Ottobre. La sua attività operativa, fra travestimenti e rocambolesche fughe, alle prese con ambigui personaggi e braccato dalla temibile Čeka, proseguirà per due anni. Nel 1920 sarà quindi premiato da Re Giorgio V col titolo di Cavaliere dell’Ordine dell’Impero. Crepuscolo rosso e il nuovo giorno è il racconto delle sue avventure e di quanto cercò di raccogliere dalla diretta voce del popolo russo riguardo alla rivoluzione. Dukes descrive le condizioni di vita in una delle due capitali, le opinioni della gente comune, i velleitari tentativi della controrivoluzione e la progressiva organizzazione delle forze bolsceviche per dar vita ad un sistema di governo totalitario. Prototipo di molte spy stories britanniche, l’opera di Dukes è un quadro assai vivido, narrato con grande abilità e un pizzico di humour inglese, dei primi anni della Russia sovietica. Quella di Dukes è un’opera unica nel suo genere anche per un’altra ragione. Come infatti notava The Times Literary Supplement «si tratta dell’eccezionale caso di un agente segreto britannico cui venne concesso già nel 1922 di pubblicare le memorie della sua attività di spionaggio in Russia».


Prefazione di Antonio Carioti
Traduzione di Fabrizio Bagatti

Pagine: 318

Paul Dukes

(1889-1967) agente britannico del MI6 e scrittore, iniziò la sua carriera come insegnante di inglese a Riga, in Lettonia. Reclutato dal MI6 svolse brillantemente le sue rocambolesche operazioni di spionaggio nella Russia rivoluzionaria. Corrispondente del The Times al suo ritorno in patria, fu richiamato in servizio nel 1939 per effettuare indagini nella Cecoslovacchia occupata dai Nazisti. Appassionato di yoga e tantra e autore di diverse trasmissioni sul tema per la BBC, morì in Sud Africa a 78 anni.

Descrizione

«Abbagliato controluce mi vidi avvicinare una sedia. Il Capo scrisse per un momento e poi si voltò improvvisamente con un’osservazione inaspettata: “Quindi mi sembra di capire che vogliate tornare nella Russia sovietica, vero?”, come se fosse sta­to un mio suggerimento. La conversazione fu breve e precisa. Le parole Arcangelo, Stoccolma, Riga, Helsingfors ricorrevano spesso e venivano fatti i nomi degli inglesi che si trovavano in quei luoghi e a Pietrogrado. Alla fine si decise che sarei stato io solo a stabilire come e per quale via avrei dovuto accedere alla Russia e come avrei dovuto inviare i rapporti. “Non andate a farvi ammazzare”, disse il Capo alla fine, sor­ridendo…»

EDIZIONI MEDHELAN

Via Aristide De Togni, 7 - 20123 Milano info@edizionimedhelan.it