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“I due stendardi”, un capolavoro dimenticato e nascosto per troppo tempo

di Gianluca Mazzini – Libero – 5 ottobre 2021

Se ne parla e se ne parlerà. È stato un caso letterario in Francia nel secolo scorso e torna ad esserlo adesso in Italia. «Uno dei capolavori segreti della letteratura moderna» nella definizione di George Steiner. Parliamo de “I Due stendardi” un libro che ha avuto un estimatore celebre come il Presidente della Repubblica francese François Mitterand, la cui frase iconica compare sulla quarta di copertina: “L’umanità si divide in due campi: quelli che hanno letto I due stendardi gli altri”. Perché di un simile romanzo, scritto negli anni Quaranta del Novecento, il grande pubblico non ha saputo mai nulla? Soprattutto in Italia? La risposta è semplice: il libro porta la firma di un autore “maledetto”: il francese Lucien Rebatet. Nato nel 1903 a Moras en Valloire, figlio di un notaio abbandona presto gli studi di diritto e di lettere per darsi al giornalismo e alla politica.

Nel ’32 diventa redattore del giornale di destra “Je suis partout”. La vocazione fascista manifestata e vantata lo porta dopo il 1940 all’apologia del collaborazionismo. Nel dopoguerra alla condanna morale si aggiunge quella dei tribunali francesi. Nel 1946 Rebatet viene prima condannato a morte poi graziato e inviato ai lavori forzati a vita. Durante la prigionia termina “I due stendardi”. Si tratta di un’opera sterminata di 1300 pagine pubblicata dall’editore Gallimard che, capendo la grandezza letteraria dell’autore, si prodiga prima per salvargli la vita, poi per ottenerne la liberazione che arriva nel 1954. Veniamo al libro. La storia è quella di un triangolo sentimentale tra due ventenni.

 Michel (parigino, wagneriano e cultore di Nietzsche) e Regis (provinciale che aspira alla santità ed è un seguace di Sant’ Ignazio di Loyola) innamorati della stessa ragazza Anne Marie (diciottenne fisicamente e intellettualmente fascinosa). È un romanzo sull’amore e le passioni del Novecento che coraggiosamente le Edizioni Settecolori hanno deciso di proporre oggi al pubblico italiano. Un romanzo per troppi anni “nascosto” per ragioni politiche nonostante una critica entusiasta che ha portato il critico letterario Massimo Raffaelli a definirlo «uno dei più grandi romanzi del secolo». 


I due stendardi

62,00 

Ventenne, lionese, un’educazione cattolica combattuta a colpi di Nietzsche e di Wagner, intelligente, ardente e senza soldi Michel sbarca negli anni Venti nella capitale per finire i suoi studi. Scopre Parigi, musica, pittura, teatro, letteratura, scopre il piacere. C’è di che inebriarsi, ma il destino ha in serbo per lui una sorpresa. Il suo amico…

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